L’estate è iniziata e
inevitabilmente si comincia a parlare di vacanze, mare, sole e soprattutto
abbronzatura. Il sole è fondamentale per il nostro organismo, ci permette di
sintetizzare la vitamina D che è indispensabile per la mineralizzazione
delle ossa e per l’assorbimento del calcio a livello intestinale, ma bisogna ricordare che è anche estremamente
dannoso quando viene preso senza criterio. Una bella abbronzatura
infatti, dona senza dubbio un aspetto sano, ma ricordiamoci che oltre ai
problemi più immediati ed evidenti come eritemi e scottature, una scorretta
esposizione ai raggi solari comporta, a lungo termine, danni irreparabili per
la nostra pelle: perdita di elasticità, invecchiamento precoce e in casi più
gravi, insorgenza di melanomi.
In estate, i raggi solari sono decisamente più forti e
inclinati in una direzione che li rende maggiormente aggressivi rispetto alla
stagione invernale.
E’ importante quindi proteggere la nostra pelle sin
dalle prime esposizioni a prescindere dal fatto che essa sia chiara o scura
perché le radiazioni solari assorbite dalla
nostra pelle non esauriscono i loro effetti alla fine dell’estate o della
vacanza, ma con il passare degli anni inducono delle trasformazioni
irreversibili alle cellule del nostro corpo e possono generare tumori della
pelle di varia natura e di diversa gravità.
Le radiazioni solari possono essere
suddivise in tre gruppi: radiazione
ultravioletta, radiazione visibile
e radiazione ad infrarossi.
I raggi ultravioletti hanno in assoluto
il più alto impatto per quanto riguarda la salute dell’uomo, sono invisibili,
ma percettibili, avvertiti come calore, sono i raggi a più basso livello di
energia, ma associati agli UVB possono causare il classico “colpo di sole”.
Le radiazioni visibili, ossia la luce,
sono invisibili ed impercettibili, ma ci permettono di distinguere le forme e i
colori.
I raggi ultravioletti sono anch’essi
invisibili ed impercettibili, ma possono danneggiare le cellule e provocare
scottature e danni agli occhi senza produrre alcuna sensazione di calore sul
nostro corpo.
I raggi ultravioletti, a loro volta sono
suddivisi in tre gruppi: UVB, UVA, e UVC.
UVB: oltrepassano l’atmosfera ed hanno sulla pelle un forte effetto
eritematogeno. Non raggiungono il derma, stimolano l’abbronzatura e sono
piuttosto aggressivi. Sono considerati i più nocivi per il loro effetto sulla
cute perché correlati ad un aumento del rischio di insorgenza di tumori
cutanei.
UVA: hanno un contenuto energetico minore,
rappresentano il 95% dei raggi che raggiungono la superficie terrestre e vengono trattenuti solo in minima parte
dall’atmosfera e dalle nuvole. Sono più penetranti rispetto agli UVB, non
provocano ustioni, in compenso però, riescono a raggiungere il derma
accelerando il processo di invecchiamento della pelle. I raggi UVA sono i
principali raggi emessi dalle lampade foto abbronzanti.
UVC: sono quelli a maggior contenuto
energetico e provocano un’immediata necrosi dei tessuti (morte cellulare).
Fortunatamente non riescono a raggiungere la superficie terrestre perché
vengono quasi totalmente assorbiti dall’ossigeno dell’atmosfera e dalle
molecole di ozono. Vengono comunemente utilizzati per la loro potente azione
battericida nel campo della sterilizzazione.
Gli effetti che hanno i raggi UVA e UVB
sulla pelle sono molto diversi. Gli UVA donano una colorazione effimera e di
breve durata dovuta all’ossidazione della melanina già presente nella cute al
momento dell’esposizione solare. Se l’esposizione continua, dopo 6/7
giorni, gli UVB provocano una
colorazione progressiva, responsabile della vera e propria abbronzatura, che
non è altro che la difesa della nostra pelle a tali radiazioni.
Conoscere il proprio fototipo, è il punto di
partenza per preservare la salute della propria pelle e per comportarsi
correttamente durante l’esposizione al sole. Il fototipo di una persona, è
determinato dalla qualità e quantità di melanina presente in condizioni basali
nella sua cute.
Esistono sei tipi diversi di fototipo:
Fototipo
1: soggetti con carnagione molto chiara, occhi chiari, efelidi e capelli
di colore rosso o biondo. Tipo di pelle molto sensibile dove l’abbronzatura
rimane lieve o del tutto inesistente.
Fototipo2: soggetti
con carnagione chiara, occhi chiari o scuri, efelidi e capelli di colore biondo
scuro o castano chiaro. Tipo di pelle delicato dove l’abbronzatura rimane
leggera e conferisce alla carnagione un colorito dorato.
Fototipo
3: è il tipo più frequente. Soggetti con carnagione bruno/chiara, capelli
di colore castano ed occhi chiari o scuri. Tipo di pelle che può scottarsi in
seguito a colpi di sole deve l’abbronzatura risulta pronunciata ed omogenea.
Fototipo
4: soggetti con carnagione olivastra o scura, occhi scuri e con capelli
di colore castano scuro o neri. Tipo di pelle poco sensibile dove
l’abbronzatura risulta intensa.
Fototipo
5: soggetti con carnagione bruno/olivastra, occhi scuri e capelli neri.
Tipo di pelle che non reagisce mai all’esposizione del sole, dove
l’abbronzatura risulta molto marcata.
Fototipo
6: soggetti con carnagione nera, occhi scuri e capelli neri. Tipo di
pelle in cui non vi è differenza di colore in base all’esposizione ai raggi
solari.
Fattore
di protezione solare (SPF)
L’unico modo per abbronzarsi senza rischi di eritema è quello di estinguere una parte dei raggi UV con l’uso di un buon filtro solare, più alto nei primi tre giorni di esposizione, e ridotto nei giorni successivi. La sigla SPF sta per fattore di protezione solare e fornisce un'indicazione numerica (da 6 a 50+) relativa alla capacità del prodotto di bloccare i raggi del sole. La valutazione del SPF è calcolata rapportando la quantità di tempo necessario per produrre una scottatura sulla pelle protetta con filtro e senza filtro.
Se abbiamo una carnagione da chiara a medio/chiara, magari con efelidi, è bene utilizzare creme con fattore di protezione alto, come il 50+, per poi scalare al 30 solo se la pelle ha raggiunto un discreto colorito senza scottarsi.
Se abbiamo una carnagione da chiara a medio/chiara, magari con efelidi, è bene utilizzare creme con fattore di protezione alto, come il 50+, per poi scalare al 30 solo se la pelle ha raggiunto un discreto colorito senza scottarsi.
Se la nostra carnagione è media o olivastra si abbronza abbastanza facilmente, possiamo usare un fattore di protezione 30, sia per il viso che per il corpo.
Se la nostra carnagione è scura possiamo iniziare con un fattore di protezione 30 e, solo successivamente, scendere al 20.
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