Gli anni d’oro del cinema, è così
che vengono soprannominati e ricordati gli anni 30. Scompare il drammatico e il
cinema comincia a parlare, dal muto si passa al sonoro. Equipe di esperti studiano in modo appropriato
trucco, parrucco e abbigliamento di dive come Greta Garbo, Marlene Dietrich,
Jane Harlow, e Bette Davis. A Los Angeles muove i primi passi Max Factor,
visagista russo, che ispirandosi alle regole pittoriche legate alla morfologia
del viso di Leonardo da Vinci, inventò la Beauty
Machine, strumento in grado di rilevare i difetti del viso delle dive di
Hollywood.
Make-Up:
per far sì che risultasse dallo
schermo, il fondotinta assumeva un colore rossiccio perché meglio riproduceva
il grigio della pellicola. Le ali del naso venivano ombreggiate per sfinarlo e, il ponte, schiarito con una cipria translucida. Il tratto grafico dell’eyeliner
era discendente e le sopracciglia venivano rasate completamente e ridisegnate
con linee sottilissime, in alcuni casi venivano applicate piccole striscioline
di velluto nero. Il fard cominciò ad assumere una funzione più “correttiva”
rispetto agli anni precedenti e veniva utilizzato per rialzare e segnare lo
zigomo. La bocca veniva truccata all’interno delle linee naturali sempre con
colori molto scuri ma con un punto luce centrale.
Moda:
Gli anni 30 sono il trionfo delle
forme femminili con gonne sotto il ginocchio e abiti fascianti stretti in
vita. Tagli decisi e tessuti a tinta
unita valorizzavano le figure longilinee. Le regole erano abiti semplici, ma
lussuosi con guanti in capretto abbinati alle scarpe con tacco a rocchetto.
Parrucco:
i capelli si allungano e le
chiome vengono arricchite da riccioli e onde. Baschi e zucchetti inclinati da
un lato completano il look liberando la fronte. Il biondo platino di Jean
Harlow fa moda e impazza l’uso dell’acqua ossigenata ad alti volumi.
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